Tivoli, l’antica Tibur dei Romani, sorge maestosa sui Monti Tiburtini, a breve distanza da Roma, offrendo un’immersione unica in un patrimonio storico e naturalistico di inestimabile valore. Questa cittadina, che fu un tempo luogo di villeggiatura prediletto da imperatori e nobili romani, e successivamente da cardinali e papi, è una meta imperdibile per chi cerca un connubio perfetto tra arte, paesaggi mozzafiato e una tradizione culinaria radicata. Un viaggio a Tivoli non è solo una gita fuori porta, ma un vero e proprio percorso attraverso i secoli, culminante con la magnificenza di due siti UNESCO di fama mondiale: Villa Adriana e Villa d’Este.

Lo splendore imperiale: Villa Adriana

Il primo capitolo di questo viaggio ci porta a esplorare l’immensa Villa Adriana di Tivoli, il complesso residenziale imperiale voluto dall’imperatore Adriano nel II secolo d.C. Più che una villa, si tratta di una vera e propria città ideale di 120 ettari, concepita per replicare i luoghi e i monumenti più amati dall’imperatore durante i suoi viaggi nell’Impero. Villa Adriana è un sito straordinario per l’ampiezza delle sue rovine e l’ingegneria che le ha rese possibili.

Tra le aree da non perdere spiccano il Canopo, un lungo bacino d’acqua ispirato al canale che collegava Alessandria a Canopo in Egitto, circondato da statue e sormontato da una riproduzione del Serapeo, dove l’acqua e il gioco di luci ed ombre creano un’atmosfera magica. Altrettanto affascinante è il Teatro Marittimo, un’isola circolare racchiusa da un portico anulare, che fungeva da buen retiro privato per l’Imperatore. Passeggiare tra i ruderi dei Grandi Terme e dei Pecile, il vasto quadriportico che in origine ospitava un giardino e una grande piscina, permette di percepire l’ambizione e il cosmopolitismo della visione di Adriano. La visita, che richiede diverse ore, è un’esperienza immersiva che lega la storia romana all’architettura più raffinata.

Il trionfo dell’acqua: Villa d’Este

In netto contrasto con le rovine maestose di Villa Adriana, la rinascimentale Villa d’Este incanta per la sua opulenza e per l’audacia ingegneristica delle sue fontane. Voluta dal Cardinale Ippolito II d’Este a metà del XVI secolo, la Villa è celebre in tutto il mondo per il suo spettacolare giardino all’italiana, un capolavoro assoluto che coniuga architettura e natura con l’uso sapiente dell’acqua.

Il cuore pulsante di Villa d’Este sono le sue cento fontane, alimentate dalla deviazione del fiume Aniene e che operano quasi interamente per gravità, senza l’ausilio di pompe. La Fontana dell’Organo Idraulico è un miracolo dell’ingegneria rinascimentale, capace di produrre suoni attraverso la pressione dell’acqua. Altrettanto iconica è la Fontana di Nettuno, con i suoi potenti getti, e la celebre Viale delle Cento Fontane, una lunga galleria ornata da mascheroni e statue che versano acqua ininterrottamente. Gli interni della Villa, riccamente affrescati, completano la visita, ma è indubbiamente il giardino, con i suoi giochi d’acqua, le grotte e la prospettiva spettacolare, a lasciare il visitatore senza fiato.

I sapori della tradizione tiburtina: cucina e vini

Dopo l’intenso viaggio tra arte e storia, Tivoli offre una gastronomia robusta e genuina, tipica della tradizione laziale, ma con alcune specialità locali da non perdere. La cucina tiburtina è strettamente legata ai prodotti del territorio, in particolare l’olio d’oliva delle Colline Sabino-Tiburtine e le carni.

Un piatto simbolo della zona è l’acqua sale, un piatto povero ma saporito a base di pane raffermo, acqua calda, olio, sale e talvolta peperoncino e pomodoro. Altro classico sono le sagne a pezzi (o sagne ‘mpezze), una pasta fresca fatta in casa, spesso condita con sugo di pomodoro e carne di pecora o maiale. Da non dimenticare le carni, come l’abbacchio scottadito (costolette di agnello alla griglia), e i formaggi locali. Per chi visita Tivoli, assaggiare la cucina tipica in una delle trattorie storiche del centro è parte integrante dell’esperienza.

Per quanto riguarda il vino, il territorio è parte della vasta area di produzione del Frascati DOCG e del Colli Albani DOC, noti per i loro vini bianchi freschi, aromatici e secchi, perfetti per accompagnare i piatti della tradizione laziale. Tuttavia, i vini rossi locali IGT (Indicazione Geografica Tipica) prodotti sui Colli Tiburtini stanno guadagnando apprezzamento, offrendo etichette corpose e ben strutturate, ideali per le carni. Terminare il pasto con il liquore locale, la Ratafia, un infuso di amarene e alcol, è un modo dolce per suggellare l’immersione nei sapori di questa terra.

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